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José

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E ora, José?
La festa è finita,
la luce si è spenta,
la gente è partita,
la notte è ghiacciata,
e ora, José?
e ora, che è di te?
di te che non hai nome,
che prendi in giro gli altri,
di te che fai versi,
che ami, protesti?
e ora, José?

Sei senza una donna,
sei senza discorso,
senza tenerezza,
ora non puoi piú bere,
non puoi piú fumare,
non puoi nepure sputare,
la notte è ghiacciata,
non è arrivato il giorno,
non è arrivato il tram,
non è arrivato il riso,
nemmeno l'utopia
e tutto è finito
e tutto si è ammuffito,
e ora, José?

E ora, José?
La tua doce parola,
la gola, la dieta,
il tuo istante di febbre,
la tua biblioteca,
il tuo giacimento d'oro,
il tuo vestito di vetro,
la tua incoerenza,
il tuo odio: e ora?

La chave nella mano,
tenti aprire la porta,
non esiste porta;
vuoi morire nel mare,
ma il mare è seccato:
vuoi ritornare a Minas,
Minas non c'è piú.
José, e ora?

Magari tu gridassi,
magari tu piangessi,
magari tu suonassi
il valzer viennese,
magari tu dormissi,
magari ti stancassi,
magari tu morissi...
Ma tu non muori,
tu sei duro, José!

Solo nell'oscurità,
come un animale selvatico,
senza teogonia,
senza parete nuda
alla quale appoggiarti,
senza cavallo nero,
la gola e la dieta,
tu avanzi, José!
Verso dove, José!

 

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